Prevenzione ambientale
E' opportuno che azioni di prevenzione del gioco
d’azzardo vengano realizzate non solo nell’ambito della pubblicità, ma anche a
livello ambientale, rivolgendosi a tutti i soggetti, le amministrazioni, gli
ambienti coinvolti nei processi di prevenzione, creando una coerenza
comunicativa e di comportamento preventivo anti gioco d’azzardo in tutti gli
ambienti che l’individuo frequenta e in cui vive. Per fare ciò, sono state
individuate una serie di misure, di efficacia dimostrata, che contribuiscono a
prevenire l’inizio del comportamento di gioco d’azzardo e a disincentivare il
passaggio da gioco d’azzardo ricreativo a gioco d’azzardo patologico:
A tal proposito, è utile evidenziare che le campagne pubblicitarie del cosiddetto “gioco responsabile o consapevole” non si sono dimostrate efficaci in termini di prevenzione del gioco d’azzardo. In particolare, per gli adolescenti va segnalato che si sono dimostrati più efficaci programmi sulla salute (Jessor 1998) che includono tutti i comportamenti a rischio (ad esempio droga, il consumo di tabacco, alcol e comportamento sessuale a rischio) e che promuovono comportamenti resilienti (Luthar 1993; Rutter 1987, 1989; Werner, 2000; Evans, 2003).
I temi che si dovrebbero sviluppare negli interventi sui minori sono: l’aumento delle capacità di problem solving, delle capacità di astrazione, della competenza sociale (comprendente doti di flessibilità, capacità di comunicazione e comportamenti prosociali). Oltre a questi anche l’auto-efficacia, l’autocontrollo, il senso di avere uno scopo, la progettualità per il futuro e la motivazione (Brown 2001; Dickson 2002). I programmi di prevenzione devono comunque includere il tema dell’informazione e della prevenzione del rischio (Ferland 2002).
Bibliografia
- E’ necessario concentrare l’attenzione della regolamentazione sulle slot-machine e il gioco on line (che mostrano un’alta prevalenza di utilizzo e di sviluppo di dipendenza) per ridurne la diffusione e l’accessibilità.
- E’ opportuno controllare attivamente e non permettere l’accesso a qualsiasi forma di gioco d’azzardo alle persone minorenni e ai soggetti vulnerabili (per i minori, il divieto è stato già previsto dalla Legge finanziaria 2011). A tal fine, ad esempio, è possibile impostare dei controlli elettronici automatici nelle slot-machine mediante l’inserimento della tessera sanitaria del giocatore prima dell’inizio del gioco al fine di verificarne l’età.
- Ridurre il numero di sedi sul territorio dove poter giocare d’azzardo per limitarne la probabilità e la facilità di accesso.
- Dislocare le suddette sedi sempre lontano da scuole o luoghi di raduno giovanile.
- Evitare la diffusione generalizzata delle slot-machine, circoscrivendole solamente ad alcune specifiche sedi di gioco.
- Aumentare il costo delle singole giocate.
- Attivare campagne di prevenzione nelle scuole per fornire agli studenti (inizio più efficace da 6 – 8 anni con linguaggio idoneo) e ai genitori messaggi precoci su: segni e sintomi “sentinella” di esistenza del problema; modalità per affrontare precocemente il problema; rischio per la salute mentale, fisica e sociale; consapevolezza delle vere probabilità di vincita; informazioni sui servizi cui rivolgersi in caso di problemi già esistenti (per giovani con più di 15 anni).
- Attivare azioni di prevenzione selettiva orientate alla diagnosi precoce dei fattori di rischio in giovanissima età (disturbi comportamentali, del controllo degli impulsi, della gratificazione e della motivazione, ecc.) e dei comportamenti di gioco problematico.
- Realizzare campagne informative per i genitori e gli insegnanti affinché monitorizzino i figli/studenti anche relativamente alle proprie spese sia con denaro contante, sia con carte di credito (utilizzate per il gioco su internet).
- Stampare supporti cartacei ed elettronici relativi a tutte le forme di gioco d’azzardo circa le reali probabilità di vincita e l’elenco dei possibili effetti collaterali (al pari delle sigarette).
- Prevedere campagne specifiche per gli anziani da divulgare nei luoghi in cui essi si ritrovano frequentemente.
- Prevedere la realizzazione di campagne informative nazionali e periodiche sulle reti tv e radio (come per il fumo).
A tal proposito, è utile evidenziare che le campagne pubblicitarie del cosiddetto “gioco responsabile o consapevole” non si sono dimostrate efficaci in termini di prevenzione del gioco d’azzardo. In particolare, per gli adolescenti va segnalato che si sono dimostrati più efficaci programmi sulla salute (Jessor 1998) che includono tutti i comportamenti a rischio (ad esempio droga, il consumo di tabacco, alcol e comportamento sessuale a rischio) e che promuovono comportamenti resilienti (Luthar 1993; Rutter 1987, 1989; Werner, 2000; Evans, 2003).
I temi che si dovrebbero sviluppare negli interventi sui minori sono: l’aumento delle capacità di problem solving, delle capacità di astrazione, della competenza sociale (comprendente doti di flessibilità, capacità di comunicazione e comportamenti prosociali). Oltre a questi anche l’auto-efficacia, l’autocontrollo, il senso di avere uno scopo, la progettualità per il futuro e la motivazione (Brown 2001; Dickson 2002). I programmi di prevenzione devono comunque includere il tema dell’informazione e della prevenzione del rischio (Ferland 2002).
Bibliografia
- Browne, B., Brown, D. (2001). “Predictors of Lottery Gambling Among American College Students”. The Journal of Social Psychology. 134 (3); 339-47.
- Dickson, L. M., Derevensky, J.L., & Gupta R. (2002). The prevention of gambling problems in youth: A conceptual framework”. Journal of Gambling Studies,18, 97–159.
- Evans R. I., (2003) “Some Theoretical Models and Constructs Generic to Substance Abuse Prevention Programs for Adolescents: Possible Relevance and Limitations for Problem Gambling” . J. Gambling Stud. Volume 19, Number 3, Pages 287-302.
- Ferland F., Ladouceur, R. & F. Vitaro. 2002. Prevention of problem gambling: modifying misconceptions and increasing knowledge. Journal of Gambling Studies 18(1):19-30.
- Luthar SS. Annotation: methodological and conceptual issues in research on childhood resilience. J Child Psychol Psychiatry. 1993 May;34(4):441-53.
- Rutter M. Psychosocial resilience and protective mechanisms. Am J Orthopsychiatry. 1987 Jul;57(3):316-31. Review.