Assessment iniziale
Il processo diagnostico prevede che si
debbano prendere in considerazione una serie di aree di valutazione,
utilizzando anche strumenti standard per
l’inquadramento diagnostico, la stadiazione in gioco problematico o patologico
e la valutazione dello stadio del cambiamento.
Fig. 12 - Processo diagnostico del gioco d’azzardo: aree di valutazione. Serpelloni G., 2012.
Bibliografia
- La prima area di valutazione è quella dello stato di
salute e delle caratteristiche del paziente, prendendo in considerazione il
sesso, l’età e tutto ciò che può comportare un diverso rischio di espressione
per il gioco d’azzardo patologico. Un’anamnesi medica e psicologica risulta
importante per valutare l’esistenza di eventuali problematiche di base che
potrebbero complicare ulteriormente il quadro comportamentale.
- La seconda area di valutazione
riguarda l’analisi dei fattori di vulnerabilità e di resilienza (vedi schema
precedente) e la ricostruzione della storia pregressa di gioco d’azzardo
(inizio ed evoluzione) del paziente relativamente all’età di inizio e alle modalità
con cui si è svolto ed è progredito il percorso da gioco ricreativo, a gioco
problematico, a gioco patologico. Risulta fondamentale in questa fase
focalizzare bene anche la presenza di eventuale famigliarità verso questa
patologia e/o patologie psichiatriche o uso di sostanze. Importante è anche
valutare l’esistenza di pregressi periodi di astinenza, la loro durata e la
motivazione reale, valutandone anche la correlazione con la situazione
finanziaria del giocatore (Goudriaan 2004).
- La terza area è quella della
valutazione del comportamento attuale di gioco al fine di determinare
esattamente l’indice di gravità, partendo dall’oggettivazione della frequenza
di gioco, dal grado di compulsività, dalla tipologia dei giochi utilizzati, dal
volume di spesa mensile dedicato al gioco, dal grado di focalizzazione
cognitiva comportamentale che il gioco
d’azzardo crea inibendo altre fonti di gratificazione e socializzazione.
Dipende anche dal tempo dedicato giornalmente al gioco e dalla durata di questa
situazione patologica per valutarne il grado di cronicizzazione. L’affidarsi al
solo parametro della “frequenza” del gioco d’azzardo per diagnosticare la forma
patologica sembrerebbe non essere esaustivo. E’ possibile infatti classificare
il giocatore come patologico anche quando questo giochi una sola volta al mese
(Sharpe 1995). E’ l’insieme dei fattori e delle circostanze che
riesce a far distinguere il gioco problematico da quello patologico, sulla base
dei criteri del DSM IV. Risulta fondamentale, inoltre, formulare una
valutazione sulla stadiazione del paziente, utilizzando strumenti standard,
quali possono essere i criteri del DSM IV, il questionario SOGS, compreso il
SOGSRA specifico per gli adolescenti, e i criteri ICD10.
- Nella quarta area di valutazione andranno
indagate le distorsioni cognitive e le credenze irrazionali presenti per poter
avere elementi per la successiva terapia cognitivo-comportamentale. E’
importante rilevare anche il grado di rigidità/flessibilità del paziente nel
modificare tali convinzioni e quindi la reale possibilità di agire con un
modellamento cognitivo su questi aspetti. A tal fine, è possibile utilizzare
delle check list o dei questionari standard, quali il GAPS.
- La quinta area di valutazione si dovrà
dedicare all’individuazione di un eventuale uso contemporaneo di sostanze
stupefacenti, alcol e farmaci che sono in grado di incentivare comportamenti di
gioco d’azzardo.
- La sesta area di valutazione viene
eseguita per quantificare e mettere a fuoco le conseguenze negative attuali per
il gioco d’azzardo patologico sia da un punto di vista economico, ma anche dal
punto di vista delle relazioni familiari, lavorative, sociali in generale,
nonché le eventuali conseguenze legali che potrebbero essersi attivate. In
quest’area di valutazione è importante mettere a fuoco lo stato di
compromissione socio-familiare anche per considerare la possibilità di valutare
queste risorse nella fase di cura e riabilitazione.
- La settima valutazione dovrà essere
centrata sui fattori e le condizioni scatenanti gli episodi di craving. Questa
valutazione risulta importante soprattutto per rendere consapevole il paziente
di tali fattori e di come sia possibile, una volta conosciuti, messi a fuoco e
compresi nel loro potenziale patogenetico, come possono essere previsti,
evitati e gestiti.
- L’ottava area di valutazione dovrà
indagare la comorbilità psichiatrica, valutando in particolare l’eventuale
presenza di disturbi d’ansia, depressione, disturbo bipolare, deficit
dell’attenzione/iperattività, disturbi alimentari, schizofrenia, ecc.
Importante è anche rilevare ideazioni o segni di rischio suicidario che in
questi pazienti non è trascurabile.
- La nona area da indagare è quella delle life
e delle social skills che spesso, in questi pazienti, risultano
compromesse. E’ utile comprendere e quantificare questo grado di compromissione
nonché i meccanismi di coping, di problem analysis e di problem
solving che il soggetto utilizza, proprio allo scopo di avere elementi che
facciano comprendere meglio quale sia la strategia più adatta da utilizzare per
il paziente.
- Il processo diagnostico si potrebbe
concludere (decima area) con la valutazione delle risorse e dei supporti
esistenti utilizzabili per la cura e la riabilitazione, con una stima del grado
di competenze, disponibilità e capacità reali e, per quanto riguarda la
famiglia, il medico di medicina generale, un eventuale consigliere spirituale e
altre figure di supporto presenti nel contesto sociale. In questa fase, è
importante focalizzare anche l’eventuale stadio del cambiamento in cui il
paziente si trova e quale sia la possibile prognosi in relazione a tutti i
fattori che sono stati precedentemente valutati.
Fig. 12 - Processo diagnostico del gioco d’azzardo: aree di valutazione. Serpelloni G., 2012.
Allegato: Esempi di strumenti diagnostici e terapeutici nel disturbo del Gioco d’Azzardo Patologico (G.A.P.)
Bibliografia
- Breen RB, Zuckerman M, 1999 Trad. Capitanucci D. GAPS: Gambling Attitudes and Beliefs Survey. 2004.
- Capitanucci D, Carlevaro T. Guida ragionata agli strumenti diagnostici e terapeutici nel disturbo di gioco d’azzardo patologico, “Hans Dubois” editore, 2004.
- Goudriaan AE,Oosterlaan J,de Beurs E,Van den Brink W, Pathological gambling: a comprehensive review of biobehavioral findings, Neurosci Biobehav Rev. 2004 Apr;28(2):123-41.
- Sharpe L, Tarrier N, Schotte D, et al: The role of autonomic gambling arousal in problem gambling. Addiction 90: 1529-1540, 1995.